Il nostro pensiero sulle dimissioni annunciate dal segretario Zingaretti
L’Assemblea del Circolo del Partito Democratico di Alba-Roddi del 4 marzo 2021 si unisce intorno a Nicola Zingaretti e gli chiede di restare alla guida del Partito.
L’Italia si ritrova a vivere due gravose crisi, quella sanitaria e quella economica, più pesanti per misura ed estensione a tutte le altre vissute negli ultimi settanta anni: intorno a queste deve essere concentrata l’attenzione del PD.
Un Partito che si definisce democratico sin dal nome non deve avere paura del confronto e pertanto auspichiamo un profondo dibattito sulle idee, sulla linea da tenere ma non sul ruolo del Segretario, non in questo momento. Lo Statuto prevede lo strumento del “congresso straordinario per tesi” (in altre parole delle idee): potrebbe essere la strada per realizzare un confronto a tutti i livelli, dal nazionale al Circolo più sperduto, per rispondere a due domande cruciali: che cosa è prioritario per la ripresa economica e sociale dell’Italia e chi vogliamo davvero rappresentare.
E’ basilare definire gli step del rilancio del Paese, a partire dal PNRR e da una reale parità di genere e di opportunità. Troppe disuguaglianze pesano sul tessuto sociale, acuite dalla pandemia: Nord e Sud, aree interne e metropolitane, garantiti ed esclusi. Nei prossimi mesi dovranno arrivare importanti risposte, attraverso il sostegno all’istruzione e alla formazione, attraverso la transizione verde e digitale, attraverso il sostegno attivo alla occupazione, la garanzia di una vita dignitosa a chi è in difficoltà e attraverso una rivoluzione fiscale che trasferisca il carico impositivo dal lavoro al capitale.
Il tema della rappresentanza è cruciale: è paradossale continuare a mirare ai rapporti di forza interna, quando stiamo prosciugando la nostra capacità di rappresentanza e attrazione. Costruiamo gruppi di lavoro e di pressione, dove le differenze possano trovare casa, dove il confronto tra competenze sia costante, dove i giovani possano scorgere le motivazioni per un impegno civico e politico e dove gli svantaggiati, gli esclusi riescano a recuperare il coraggio di unire le forze e lavorare per una maggiore giustizia sociale.
Torniamo a sentire la nostra gente, i nostri Circoli, le periferie. Ritroviamo lo spirito fondativo del Partito Democratico, riformista e di sinistra, per unire libertà e giustizia sociale, in una “irrinunciabile tensione all’uguaglianza degli individui, che oggi vuol dire garanzia delle stesse opportunità per ognuno”.