La crisi di governo vista da vicino
Carissime e carissimi,
come tutti avete potuto sentire, leggere e vedere, la crisi strisciante innescata dalle dimissioni della delegazione di Italia Viva dai relativi incarichi di Governo è sfociata nella giornata di ieri in una crisi formale e il Presidente del Consiglio Conte ha deciso di rassegnare le dimissioni nelle mani del Capo dello Stato.
Credo sia l’epilogo naturale di un percorso nel quale i limiti, gli errori e i cinismi di troppi per i miei gusti, si sono intrecciati e susseguiti, portando allo stallo politico di questi giorni, in un momento tra l’altro assurdo sia per l’emergenza, che richiederebbe altra proiezione ed altra dedizione, sia per il varo di quello che avrebbe dovuto essere il Ristori 5 tanto atteso, sia soprattutto per il Programma Nazionale di Recupero e Resilienza (PNRR) di attuazione di Next Generation EU, che è fondamentale per il nostro Paese.
Un esito che ovviamente ha lasciato perplessi, e a volte nauseati, tutti coloro che da fuori guardano ciò che accade nel “Palazzo”, ma che ha sconcertato anche tanti che nelle Istituzioni ci si impegnano, lavorano, continuano a crederci.

Cosa è successo ?
- E’ successo, anche in questa legislatura, che l’attività ordinata e costituzionalmente prevista del Parlamento e del Governo, nelle loro articolazioni e nella loro azione, sin dal loro insediamento sono stati pesantemente condizionati dagli esiti di una competizione elettorale che vissuta in un clima di confronto maggioritario, non ha poi consegnato una maggioranza chiara che potesse governare con tranquillità, ma ha creato un clima tra partiti e coalizioni che ha reso non facile costruire maggioranze coese in Parlamento, come invece dovrebbe essere più naturale in sistemi proporzionali.
- E’ successo che dopo la disastrosa esperienza del Governo giallo-verde di cui passo passo tocchiamo con mano le nefaste risultanze (ultima in termini di tempo la riforma dello sport che ha rischiato di mettere il Coni fuori dal CIO), alcune aree della componente Movimento 5 Stelle, soprattutto in alcuni suoi rappresentanti, probabilmente non ha messo sufficientemente a fuoco che il nuovo governo era ed è cosa veramente altra, e per certi versi antitetica, al precedente.
- E successo che in troppi non si sono resi conto che l’attuazione del PNRR è una occasione unica per il rilancio del Paese, e che insieme al progetto ed al programma di investimenti ed interventi programmati dovremo essere in grado di varare anche un programma di riforme che ci permettano di attuare nei tempi previsti le opere ed i progetti previsti, ma soprattutto permettano all’Italia di colmare ritardi inaccettabili su temi cruciali quali la giustizia, il fisco ed i funzionamento della Pubblica Amministrazione. E questo non solo perché ce lo chiede l’Europa, ma perché di questo ci chiederanno conto i nostri figli.
- E’ successo che dopo la nascita del Conte2 la fuoriuscita di un gruppo di Deputati e Senatori dal Partito Democratico per dar vita ad Italia Viva, con una iniziale ostentata ed insana ambizione di distruggere il PD, e con esiti di consenso quantomeno modesti, ha sicuramente reso il quadro politico molto più complicato ed instabile.
- E’ successo che l’idea del Presidente Conte di dar vita ad un suo soggetto politico ha ulteriormente introdotto elementi di tensione e di competizione politica, in una situazione che avrebbe richiesto tutta la concentrazione sulle cose da fare oggi e su quelle da programmare domani per affrontare l’emergenza sanitaria, sociale ed economica, e non disperderla invece sulle prospettive di leadership di questo o di quello, o sulle beghe politiche di oggi guardando a domani.
- E’ successo che lo sfilacciarsi del clima nella coalizione di Governo ha portato a discutere delle cose da fare sui giornali, sui social e nei talk invece che in riunioni di governo e di maggioranza, e questo ha fatto crescere la tensione e la polemica, ma non la qualità di alcuni provvedimenti e progetti come nel caso del PNRR, he adesso è al vaglio del Parlamento dove dovrà trovare un ultimo affinamento.
- E’ successo che in questa stagione, nella quale peraltro il Governo aveva messo in campo un impegno encomiabile nella gestione della emergenza, ed anche con risultati apprezzabili, la scellerata passione di queste ultime settimane, che qualcuno ha appunto scambiate per un gioco con finalità particolari e non invece generali in un quadro di inaccettabile azzardo, ha rischiato di vanificare il tutto, facendo correre rischi insensati ed inopportuni al Paese.
E adesso ?
Credo che l’unica strada sensata sia ripartire da tutti coloro che in Parlamento condividono una visione del Paese realmente democratica e parlamentare, giusta equa e solidale, aperta europeista ed orientata ad un confronto multilaterale per la soluzione dei grandi problemi globali, e verificare se i sono le condizioni per costruire una proposta di governo, la più ampia e forte possibile, per gestire la situazione complessa e al tempo stesso sfidante che il Paese sta attraversando.
Credo che di questo percorso sarà garante la saggezza del Presidente della Repubblica che è una sicurezza, e che anche per la indicazione del futuro Premier, un Conte ter o un nuovo nome, egli saggiamente sceglierà la soluzione con il maggiore consenso e che darà maggiori garanzie al Paese.
Soprattutto sono convinto che, quale che sia l’assetto che uscirà per il nuovo governo per il paese, dovrà essere tutto centrato sul governo del paese lasciando da parte e per altre occasioni i ragionamenti sulle future elezioni e sugli assetti connessi. Altri saranno i tempi ed i luoghi per occuparsene. Sarò un romantico ma continuo a pensare he oloro he si impegnano nelle Istituzioni sono chiamati ad occuparsi degli interessi del Paese, del “bene comune”, e non dei loro interessi o beni particolari personali o di gruppo.
Sono assolutamente convinto che in questa fase, il Partito Democratico che bene ha operato in questi mesi, e che sempre ha sempre dato maggiore attenzione ai motivi della costruzione e del perseguimento delle soluzioni, invece che a quelli della polemica e dell’interesse di parte, possa essere una solida base da cui ripartire, per dare in tempi brevissimi le risposte che il nostro Paese e tutta l’Europa attendono.
Perché saremo chiamati ad un grande impegno nel presente immediato sulla crisi pandemica e sulle sue conseguenze sanitarie, sociali ed economiche, ma soprattutto sull’avvio e sulla gestione del Programma Nazionale di Recupero e Resilienza e del programma di riforme che le dovrà accompagnare.
Questa volta credo non sia fuori luogo che il nostro paese si dica con convinzione: “ora o mai più.”
Mino Taricco