L’AMERICA IRREQUIETA

(A sinistra la marcia di Selma-Montgomery del 1965 con Martin Luther King in testa. A destra una stazione di polizia di Minneapolis data alle fiamme durante la rivolta in città per l’omicidio di George Floyd, per mano di un poliziotto, il 29 maggio scorso)
L’omicidio di George Floyd è solo un episodio, l’ultimo dei tanti, che riguarda la violenza della polizia americana.
Tuttavia il discorso è più complicato di quanto possa sembrare. Sarebbe riduttivo parlare solo di razzismo, nonostante sia ancora diffuso in molte fasce della società.
Ormai, sono passati sessanta anni dalla lotta per i diritti civili guidata da Martin Luther King, quattro dalla fine della presidenza Obama. Allora perché ritornano sempre situazioni come quella che stiamo vedendo in questi ultimi giorni?
Se da un lato è quasi scomparsa la segregazione razziale, dall’altro si è affermata quella economica. L’acquisizione di diritti politici e sociali non è andata di pari passo con quelli economici. Nelle periferie delle città americane esistono grandi aree povere dove le minoranze diventano la maggioranza della popolazione. In questi quartieri lo Stato non c’è e vige per esempio, la legge delle gang. La criminalità e il sommerso dominano. In questo contesto, la polizia opera come se si trovasse in una zona di guerra utilizzando tecniche, metodi inadeguati e talvolta azioni fine a se stesse. Se si da uno sguardo alle statistiche sulle vittime delle forze dell’ordine, si osserva che nella maggioranza dei casi i deceduti sono bianchi. Tuttavia, guardiamo il tutto considerando fattori come il reddito, l’occupazione, l’istruzione e la percentuale di criminalità annessi. Scopriamo che chi viene ucciso dagli agenti e che appartiene a una minoranza, ha più del doppio delle possibilità, rispetto ai bianchi, di morire. Specialmente se appartiene a una classe d’età tra i 20 e i 35 anni.
Il licenziamento degli agenti e la loro incriminazione non può essere l’unica risposta per fare giustizia, come nel caso Floyd. È giusto, però, guardare anche a quei poliziotti che fanno il loro lavoro con dignità e con vero spirito di servizio.
All’interno dei ranghi molti sono stanchi dei colleghi che infangano (come nell’omicidio Floyd) la divisa. A testimonianza di ciò, da Seattle a New York passando per Miami e Los Angeles, molti agenti si sono uniti ai manifestanti o inchinandosi dinnanzi a loro come segno di solidarietà. Su quali aspetti bisogna lavorare di più per risolvere il problema? La prima risposta è cambiare l’addestramento e i protocolli d’intervento. Il focus principale, in questo caso, deve essere rivolto ad attività che portino ad una maggiore collaborazione tra comunità locali e forze dell’ordine. Dal punto di vista politico tutte le istituzioni a livello locale, statale e federale devono intervenire per migliorare le condizioni economiche delle periferie e delle comunità locali. Infatti, è proprio questa la causa-contesto dalla quale derivano episodi come questo, l’omicidio del povero George Floyd. Non servono politici come in questo caso Trump, che accentuino le divisioni per qualche voto in più. Serve unire la società e non spaccarla. Dall’altra parte però spetta anche ai manifestanti non cadere nelle provocazioni. Nell’attuale clima polarizzato in modo esasperato, è difficile non trasformare le manifestazioni in vere rivolte, cedendo alla violenza: uccidere gli agenti (come a Dallas), dare fuoco alle stazioni di polizia e saccheggiare le attività commerciali non è la risposta. Anzi, aliena il supporto della
maggioranza bianca tendenzialmente moderata e progressista. Fu mobilitando questa e con la non violenza che nel periodo della segregazione razziale il movimento per i diritti civili vinse. Grande esempio fu la marcia da Selma a Montgomery in Alabama del 1965, Martin Luther King era in testa al corteo. L’unica via per uscire da questa situazione
è ricreare un clima di fiducia tra istituzioni e cittadini (punendo chi abusa del proprio potere) e ristabilendo il concetto di pari opportunità, che è il sogno americano.
Gabriele Manno,
Gd di Alba