Il video di Beppe Grillo e una posizione che non si può non prendere

Un uomo. Di mezza età. Milionario. Che influenza il mondo politico italiano da decenni. Quell’uomo, paonazzo in volto, urla contro una telecamera. Non sappiamo, caro Conte, se questo sia il dolore di un padre. Di sicuro questo video è stato progettato, girato, tagliato e deliberatamente pubblicato: non facciamo gli ingenui. E’ il video di un uomo che attraverso la sua influenza e il suo denaro vuole influenzare il processo e il corso dell’opinione, vuole solleticare i pregiudizi più intimi per poter influenzare le persone, nonché i suoi elettori. E farsi dare ragione.

Al suo posto che cosa avrebbe fatto nostro padre?

Il padre di un figlio che gira video mentre lui e i suoi amici maschi fanno sesso con una ragazza ubriaca (non entriamo nel merito se sia stupro o meno, perché lo diranno altre sedi)? Che cosa avrebbe fatto o detto tuo padre, ripeto, anche senza un tribunale di mezzo?

Sarebbe andato in piazza a berciare che il figlio è innocente: “Arrestate me”?

No: diciamocelo chiaramente, il nostro, di padre non l’avrebbe mai fatto. Avrebbe detto, invece, “Arrestatelo pure, perché evidentemente io non sono riuscito a educarlo in maniera sana. E va punito”. Ci avrebbe poi pensato lui a dircene due o tre in privato.

Anche se risultasse non colpevole il figlio, anche se non ci fosse di mezzo uno stupro. Il che ovviamente c’è, e aggrava – e di molto – le cose.

Spostiamo ora la questione su un piano politico. L’uomo di mezza età milionario e potente che urla è il garante del Movimento 5 Stelle. Dà garanzia di cosa, esattamente, quell’uomo? Di quale cultura politica parla?

Parla della cultura del patriarcato, è evidente. La parafrasa anche, ad un certo punto: “i giovani maschi possono fare quello che vogliono con il loro sesso, possono portarlo in giro come fosse un giocattolo”, è come se dicesse. Usarlo come pare a loro, incuranti di ciò che possono provocare: infezioni, violenze, malattie, gravidanze, chisseneimporta. I giovani maschi possono stabilire loro stessi chi è d’accordo e come fare sesso. Il limite fra gioco erotico e stupro non è affar loro: i giovani maschi sono portatori sani di orpelli sessuali.

Nelle sue parole c’è poi la colpevolizzazione di chi ha denunciato.

Come PD siamo lontani anni luce da tutto questo, e non possiamo accettare che il garante di un Movimento col quale collaboriamo al governo e in Parlamento, nelle regioni e negli enti locali, possa dire parole così gravi contro tutti noi.

Perché è a NOI che sta parlando, quell’uomo di mezza età milionario e potente. NOI che dobbiamo denunciare lo stupro quando lo dice lui e non quando siamo pronte e pronti (perché lo stupro avviene anche fra maschi, non so se lo sa quell’uomo); NOI che viviamo il sesso con cura e rispetto e non come sopraffazione e goliardata; NOI che quando vogliamo divertirci non ci mettiamo in situazioni che potrebbero far male ad altri; NOI che consideriamo i nostri ragazzi delle persone responsabili e che cerchiamo di educare a libertà, partecipazione e rispetto. NOI stessi e stesse che abbiamo sostenuto le battaglie perché lo stupro venisse punito duramente – e abbiamo dovuto aspettare la fine degli anni Novanta perché lo fosse. NOI che – compagni e compagne – stiamo cercando di venire fuori da una crisi senza precedenti tenendo a mente le disuguaglianze e cercando di colmarle.

Come Circolo PD di Alba e Roddi chiediamo al nostro Segretario nazionale di prendere una posizione forte. Siamo di fronte ad un attacco senza precedenti a NOI e alle nostre conquiste. Le conquiste dei diritti sociali, del lungo e doloroso cammino contro la cultura del patriarcato e del familismo che già tanto male ha provocato. La misura è colma.   

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