UNA GRANDE BATTAGLIA DI CIVILTA’

Riflessioni a riguardo del DDL Zan, altrimenti detto disegno di legge sull’omotransfobia.

Sarebbe stato bello scrivere queste poche righe a commento del DDL Zan, dopo che questo fosse stato finalmente discusso e approvato in Senato, nei giorni scorsi: come tutti ormai sapranno questo non è ancora (colpevolmente) avvenuto. Dico colpevolmente, perché questo ristagno del DDL presso l’Ufficio di Presidenza del Senato è un atto di ostruzionismo del tutto voluto da un folto gruppo di oppositori con in testa il sen. Simone Pillon della Lega e svariati parlamentari del centrodestra (ma non solo).

Ma perché tanta appassionata opposizione ad una possibile legge che, seppur incompleta, andrebbe a tutelare in sede legale (inserendo come aggravante la discriminazione di genere in situazioni di reati verbali e fisici) non solo gli appartenenti alla comunità LGBTQI+, ma pure i disabili, esattamente come già avviene per minoranze etniche e religiose? Beh, secondo questi paladini della tradizione il DDL “sarebbe liberticida, andando a minare la libertà di parola ed espressione, oltre al fatto che – sempre a detta loro – farebbe da cavallo di Troia per GPA ed indottrinamento dei bambini con la fantomatica ideologia Gender”.

Avendo letto con attenzione (vocabolario alla mano, per non sabagliare) il testo del disegno di legge, mi verrebbe semplicemente da dire che costoro mentono sapendo di mentire, che tutta questa ferma opposizione è riconducibile esclusivamente ad una ricerca di consenso elettorale presso quella parte di popolazione ancora legata ad una visione arcaica di società e incatenata a dogmi di chiara ispirazione religiosa. Sarebbe però riduttivo, perché la realtà è forse ancora peggiore.

Perché l’intento conservatore (nell’accezione peggiore del termine) di Pillon & soci, è quella di continuare a perpetrare l’idea di una società binaria – uomo e donna, etero e cisgender, religiosa e nazionalista – che per l’appunto possa conservare il “diritto” di poter emarginare, verbalmente e non solo, tutte le persone che non rientrino in questa visione distorta di normalità; il “diritto” di condannare al dileggio e, nei peggiori casi, alla violenza senza un’aggravante di discriminazione, tutte le persone (a loro dire e pensare) moralmente deprecabili e non conformi al loro mondo idealizzato, moderna riproposizione di “Dio, Patria e Famiglia”.

Chiaramente, chiunque si sia preso la briga di leggere il DDL Zan, sa che nessuna libertà di espressione viene lesa o abolita e che non sarà assolutamente reato continuare ad affermare cose (folli a mio parere, ma tant’è…) come “i gay sono contro natura”, “il matrimonio è solo quello fra uomo e donna” ecc… lo sarà invece – con tanto di aggravante – l’aggressione fisica e verbale o l’istigazione alla violenza ad un omosessuale, a una lesbica, ad un transessuale (e via dicendo…) in quanto tali.

Come al solito i Pillon e i Salvini, come gli Adinolfi e le Meloni, continueranno a titillare la pancia dei propri sostenitori con discorsi su fantomatiche “lobby gay, ideologie gender, guerra alla famiglia tradizionale”, autoinvestendosi con il titolo di paladini e difensori della libertà… purché la libertà sia solo e sempre quella che piace a loro e con i loro paletti. Noi continueremo a batterci e a sostenere il DDL Zan, affinché non vi siano più cittadini di serie B in Italia e che tutti vengano tutelati, affinché culturalmente passi il concetto che la diversità di ogni individuo sia un valore aggiunto e che i diritti non si negano seguendo logiche di consenso elettorale. Una grande  battaglia di civiltà. E di libertà, vera, per tutti.

Massimiliano Fontana – FuturAlba (gruppo Diritti)

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